Il pentito Brusca fa i conti con il passato nel dialogo con un prete antimafia: “Per me non può esserci perdono, ora voglio fare volontariato”

Il pentito Brusca fa i conti con il passato nel dialogo con un prete antimafia: “Per me non può esserci perdono, ora voglio fare volontariato”



PALERMO — Di buon mattino, va a fare la spesa. Poi, rientra nel suo piccolo appartamento e si dedica alle pulizie, prepara qualcosa per pranzo. A tavola, apparecchia sempre per una persona. Giovanni Brusca, il boss che il 23 maggio 1992 fa ha azionato il telecomando della strage di Capaci, il mandante dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, è un uomo libero da tre anni, dopo averne scontati 25 in carcere da collaboratore di giustizia.



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[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-05-23 23:01:30 ,palermo.repubblica.it

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